mercoledì 12 ottobre 2011

Marianna Waters, ovvero: come infatuarsi del bassista dei Pink Floyd ed inguaiarsi l'adolescenza.

Quest'uomo qui affianco, guardatelo bene.

Sembra innocente (a parte per quella sigaretta di dubbia origine che stringe fra le labbra... vabbeh). E invece, ha letteralmente imperversato per anni e anni nella mia vita, generando alcuni eventi, impedendone altri, modificando sostanzialmente il corso della mia adolescenza.

Colpa mia, è indubbio: solo io potevo conservare nel cuore una tale passione assurda e lasciare che una figura fittizia (perché diciamocelo, ma questo signore, chi lo conosce?) mi inguaiasse i migliori anni della mia vita. Colpa mia, ma anche del destino, che ha collocato la sua copia sputata nella classe accanto alla mia, al liceo.

George Roger Waters, nato a Great Bookham (UK) il 6 settembre 1943 (ma io sono stata convinta per anni che fosse nato il 9), è stato bassista, paroliere e frontman dei Pink Floyd sin dalla dipartita (fisica e mentale) dell'amico Roger ("Syd") Barrett, artista genialoide, innovatore della sei corde e appassionato di sostanze psicotrope fino alla completa follia.

Dotato di un caratterino niente male (nel 1977 ha sputato addosso ad un fan troppo scatenato durante un concerto; nel 1983 ha deciso che il tastierista storico della band, membro fondatore esattamente come lui, era in realtà un mero sessionman e l'ha cacciato; nel 1986 ha fatto causa agli ex compagni perché lui aveva detto che il gruppo era sciolto, come si permettevano di continuare senza il suo assenso?), a me piaceva per la sua aria tormentata e per i suoi testi saturi di dolore per la perdita del padre, morto ad Anzio poco dopo la sua nascita. O forse, più semplicemente, mi piaceva perché è il mio tipo: decisamente alto, spalle molto larghe e naso pronunciato. E poi, perché è un bassista (ho una passione per la chitarra basso e per molti fra i suoi suonatori, non so perché).

Non me ne importava un fico secco che fosse un po' str*#zo, megalomane e anche decisamente incline al matrimonio multiplo (è stato sposato 3 volte con donne che sono una la fotocopia dell'altra - e tutte completamente diverse da me).

La cosa, forse, sarebbe rimasta la tipica fissa adolescenziale per un cantante, una di quelle storie d'amore in cui due persone stanno insieme ma l'altra non lo sa, insomma tutto sarebbe rimasto nei ranghi di una cotta da quindicenni se non fosse che un giorno ho visto un tizio a scuola identico a lui. E, sventurata, ho abbracciato la mia croce per tutte le scuole superiori.

Roger di qua, Roger di là, mi firmavo Marianna Waters, mi innamoravo ogni giorno di più dell'idea di lui e idealizzavo pure quell'altro, il tipo in carne ed ossa, che un po' mi voleva, un po' no, ma che soprattutto aveva a fastidio che potesse volermi qualcun altro.

Non vi racconto tutte le manfrine che sono successe in quegli anni, so solo che le ricordo con un misto di rabbia per il tempo perso appresso alla persona sbagliata (quella che poi è stata fidanzata per un certo periodo con una delle mie migliori amiche d'infanzia - ma com'è che certe storie vanno tutte a finire così? attente a chi vi scegliete per confidente...) e di tenerezza per la ragazzina romantica, completamente flippata, assurdamente infatuata di una persona che non conosceva e che forse nemmeno esisteva.

A volte ripenso a quei batticuori e, se sono intensi come li ricordo, forse ne è persino valsa la pena. 

Caro Roger Waters, mi hai inguaiato l'adolescenza.
Ed è stata bella anche così :-)