Intendiamoci: non voglio che questo blog divenga il luogo dove posto le mie foto lillipuziane dei cantanti che vado a vedere. Però, dopo un'esperienza così esaltante, dovevo assolutamente trovare il modo di condividere l'emozione.
Lo Stadio Simonetta Lamberti di Cava de' Tirreni è un luogo di culto, per gli appassionati di musica in Italia. Ribattezzato col nome di una piccola vittima della camorra, rimasta uccisa in un agguato riservato al padre, negli anni '80 questo stadio ha ospitato grandissimi nomi come Pink Floyd e Dire Straits. Pino Daniele ha scelto di trarre un album dal concerto che tenne qui nel '93 (il bellissimo "E sona mo'") e i Guns 'n Roses avrebbero di sicuro fatto storia al Simonetta Lamberti, se il concerto non fosse stato cancellato a causa delle proteste dei residenti, che coi Pink Floyd in particolare avranno di sicuro perso buona parte dell'udito per qualche giorno. Mio fratello aveva il biglietto, lo ricordo ancora: nero e viola, sottilissimo com'erano i biglietti all'epoca. Fu fotocopiato a caro prezzo (all'epoca non era così frequente, richiedere fotocopie a colori) e restituito per il rimborso.
Prematuramente scomparso l'organizzatore di eventi che aveva portato tanto lustro nella cittadina che vive gomito a gomito con Salerno, il Simonetta Lamberti è tornato nell'oblio. Questo fino a pochi anni fa, quando una serie di interessanti concerti (in primis, una bella esibizione di Baglioni, nel 2008) lo hanno riportato in auge. Due settimane fa, ancora una volta Pino Daniele ha omaggiato questo stadio scegliendolo come luogo per la sua indimenticabile esibizione con Eric Clapton, e anche lì posso dire: io c'ero.
Jovanotti non è il mio cantante preferito e dubito che lo sarà mai: se sono andata a vederlo è perché ho una simpatia incommensurabile per lui, mi sembra una persona talmente solare, positiva e perbene che volevo semplicemente approfittare di questa sorta di esperienza di amore collettivo che è il concerto dal vivo di un personaggio così pirotecnico e così amato. Poi, mi auguravo di sentire "Gimme Five" dopo più di venti anni: scommetto che nessun altro era lì con lo stesso intento...
In ogni caso: ero pronta per un'esperienza di pace e buoni sentimenti e ammetto di aver anche sbadigliato nell'attesa. Poi, invece, il delirio.
Dopo anni di canzoni tutte cuore e amore, avevo dimenticato che in origine il buon Lorenzo è soprattutto un deejay, e infatti ha trasformato lo Stadio Simonetta Lamberti in un'enorme discoteca a cielo aperto.
La telecamera filtrava ogni singolo movimento di questo 44 enne che si muove come se fosse fatto a molle e lo restituiva sotto forma di bolle, di fili, di ragnatele, rettangoli e quadrati, una sorta di esperienza di videoarte dal vivo pazzesca, senza contare le luci, i sintetizzatori al massimo dello sforzo e quintali e quintali di ghiaccio secco. 2 ore e passa di trance e di musica, di balli, di cori e coriandoli. In questo grandissimo circo di gioia, un ragazzo ha passato a Jovanotti un cartello in cui gli chiedeva di porre per suo conto la fatidica domanda alla fidanzata, e giù lacrime, festoni, cuoricini di stagnola che volteggiavano nell'aria, con la commozione del cantante che all'improvviso si è ritrovato a guardare il pubblico diventare uno spettacolo nel suo spettacolo.
Se ripenso al Jovanotti che ho amato io, coi bracaloni a stelle e strisce, i cappellini al contrario, le catene, le canotte da basket e le sneakers ai piedi, il Jovanotti che non aveva nemmeno 20 anni e la cui chiamata al servizio di leva fu una specie di evento mediatico per il semplice fatto che aveva dovuto sfilarsi l'orecchino, guardandolo oggi con la barba, le rughe, i suoi cambi d'abito e le scarpe di glitter, mi rendo conto che di acqua sotto ai ponti ne è passata a litri e litri.
Jovanotti che veniva criticato per canzoni come "Vasco" o "E' qui la festa", accusato di scrivere testi al limite del decerebrato, e Jovanotti che con le stesse canzoni e lo stesso "pensiero positivo" costituì l'unico appiglio alla vita per Cesare Casella, nei giorni della sua prigionia; Jovanotti e la sua svolta sixties, con le camicie a fiori, e Jovanotti che finisce nei film di Pieraccioni, con Bud Spencer che canta "Serenata rap"; Jovanotti che dice "Io lo so che non sono solo anche quando sono solo" al fratello morto in un incidente e Jovanotti che ipnotizza Cava de' Tirreni il 16 luglio 2011.
Io mi sono divertita tantissimo a guardarlo, in tutti questi anni ma soprattutto l'altro ieri.
E non è stato nemmeno necessario che cantasse "Gimme Five!" per rendermi felice.
Questa è una dichiarazione d'amore, non una critica :)
RispondiEliminaChe belle emozioni che trasmetti! Sono felice di aver condiviso, anche se virtualmente sul tuo blog, un'esperienza così particolare. Grazie!
RispondiEliminaKalligalenos
se andassi a un concerto di Jovanotti credo che scriverei le stesse cose cara Profu...sul Jovanotti di ieri e il Lorenzo di oggi la penso come te, e qualche sua canzone ha segnato la mia vita anche senza che io lo volessi!
RispondiEliminaTopins